Ci sono storie che rimangono impresse nella memoria. Storie di donne coraggiose, che hanno lottato nel tempo, con tutte le loro armi emotive, per strappare alla casualità il controllo della propria salute e della propria vita. Una di queste storie è quella di Maria Rosaria Tammaro.
Pluritrapiantata , è ancora oggi ricordata da tutti gli addetti ai lavori ed i dializzati del centro Nephrocare Social di Napoli. Ancora oggi continua ad aiutare chi come lei è ancora malato, anche dopo l’ultimo trapianto.
Tante donne come Maria Rosaria Tammaro
L’8 Marzo 2018 è stata la giornata mondiale del rene, momento dell’anno interamente dedicato alla prevenzione delle nefropatie, soprattutto quelle tipiche del sesso femminile.
Molte patologie di questa categoria colpiscono soprattutto le donne.
195 milioni sono quelle che ogni giorno combattono con i sintomi ed i disagi di una condizione di salute difficile da affrontare. Come Maria Rosaria ha fatto fino all’11 Marzo 2014.
La sua storia
Maria Rosaria Tammaro ha iniziato a discutere,e poi a lottare furiosamente, con la malattia renale ad appena 11 anni.
Con gli occhi di una bambina è stata scaraventata nel mondo della dialisi per una malformazione congenita del tratto urinario.
Nonostante lo sconforto generato da una situazione del genere, Maria ha continuato il suo percorso di cura. Ha affrontando imprevisti che nessun paziente vorrebbe dover vivere con un atteggiamento positivo, quasi incredibile.
A 14 anni, infatti, il padre di Rosaria le ha donato un rene, che però non si è rivelato idoneo a farla tornare alla vita spensierata di tutti gli adolescenti come lei.
La fiducia ha portato avanti la allora ragazza fino al secondo trapianto, effettuato sempre grazie alla stretta affettuosa dei familiari a 18 anni. Questa volta a ridarle una speranza di vita è stata la zia Annunziata.
I 10 anni della giovinezza vengono descritti ancora oggi dalla donna come un mondo di quotidianità, sorpresa ed anche ritrovata normalità.
E’ in quei giorni che avviene il matrimonio con Michele, il lavoro, le giornate di una donna felicemente sana.
Purtroppo, per motivi legati alla natura dell’organismo umano, un organo come il rene trapiantato da donatore vivente mantiene intatta la sua attività per non più di una decina di anni.
E’ così che Rosaria è dovuta rientrare in dialisi a 29 anni, certa che comunque la tenacia l’avrebbe riportata alla sua serenità. Così è stato, quando nel 2014 ha ricevuto il suo terzo rene trapiantato.
Dialisi, donne e desiderio di maternità: l’esempio di Maria
Quando una donna effettua la dialisi, ma desidera un figlio, solitamente deve fronteggiare una serie di ostacoli che spesso diventano insormontabili.
Soprattutto se lo stadio di insufficienza renale è avanzato la terapia immunosoppressiva è inevitabile.
L’uso di questo tipo di farmaci rende, sulla carta, impossibile intraprendere un percorso di gravidanza. Nella storia che stiamo raccontando questo non è accaduto.
Nonostante i farmaci, prima del suo terzo trapianto, Maria Rosaria Tammaro ha avuto una bambina: Margherita.
Questo avvenimento, certamente raro ma generato anche da una fortissima collaborazione emotiva fra la Tammaro e i suoi terapeuti, dimostra che a volte ciò che è scritto sulla carta va almeno verificato.
L’esempio di una donna
Dal racconto di vita di Rosaria emergono tanti spunti di riflessione per le pazienti che ogni giorno si trovano ad affrontare le difficoltà delle patologie renali.
Non solo quelle legate al dolore, emotivo o fisico che sia, ma anche quelle legate alle rinunce che si pensa di dover fare nella quotidianità.
La favola reale di Maria, oggi ancora attiva al centro Nephrocare Social di Napoli, insegna che prima di tutto ci vuole il dialogo e il mutuo aiuto fra familiari, amici, medici e pazienti. Per non cedere alla disperazione.
Tutto questo non nonostante la malattia, ma con la malattia.
Si può imparare anche di più.
La realizzazione del quotidiano con un’insufficienza renale è possibile, ma passa per l’atteggiamento e la visione di un nuovo mondo e nuove abitudini.
Naturalmente non si può fare da soli, ma con le giuste informazioni ed il giusto dialogo, anche la salute può tornare.
Si ringrazia Attilio Di Benedetto e Nephrocare per il racconto.
Testo ed adattamento a cura di Maria Rinaldi Miliani