Le malattie renali sono un problema di salute pubblica emergente, possono comparire a qualsiasi età e colpire entrambi i sessi. Da studi epidemiologici si stima che il 3% delle donne in età fertile sia affetto da malattia renale cronica, condizione che può influenzare l’esito di una possibile gravidanza.

I reni giocano un ruolo protagonista e duplice nel corso della gestazione.

Da una parte, l’esistenza di un danno renale cronico può avere ripercussioni sull’evoluzione di una gravidanza.

Dall’altra, l’insorgenza di una gravidanza può modificare l’evoluzione di una nefropatia cronica preesistente.

Ma quali sono le complicanze che possono insorgere in questi casi? Quali sono gli effetti di una gravidanza sulla malattia renale?

Qual’è il ruolo dei reni?

Fisiologicamente, il rene ha tre importanti funzioni: quella filtrante, che permette di eliminare le sostanze di scarto, quella di regolare il pH del sangue e il bilancio dei liquidi corporei e infine quella endocrina, cioè la produzione di ormoni.

Infatti, il rene è l’organo produttore di eritropoietina, vitamina D attivata e renina.

Grazie a queste funzioni, i reni permettono la sopravvivenza.

E durante la gravidanza?

in cinta rosa gravidanza

Durante i nove mesi di gravidanza si verificano importanti cambiamenti in tutto l’organismo.

Dal punto di vista fisiologico, il rene rinuncia al suo abituale ruolo di “meticoloso controllore” del bilancio idrosalino. Consente in questo modo un guadagno di acqua e sodio che garantisce la crescita del feto e protegge la donna in cinta dalle perdite ematiche che possono verificarsi durante il parto.

Sin dalle prime settimane di gravidanza, aumenta il flusso ematico renale, con un picco massimo intorno alla 20° settimana di gestazione.

Parallelamente si ha un incremento del filtrato glomerulare e una riduzione del valore di creatinina plasmatica.

Si abbassa così anche la pressione arteriosa media.

Le complicanze si verificano quando questi cambiamenti, a causa di una funzione renale ridotta, non si verificano correttamente.

Insufficienza renale: come si diagnostica

Le patologie renali sono subdole: a meno che non siano ad uno stadio avanzato non danno alcun sintomo. Ecco perché è necessaria una buona prevenzione.

Tutte le donne che desiderano un figlio, dovrebbero eseguire un esame delle urine. per escludere la presenza di sangue (ematuria) e proteine (proteinuria).

Anche la misurazione della pressione arteriosa ed un esame del sangue sono necessari. Quest’ultimo in particolare permette di valutare la creatinina sierica, un parametro specifico indicativo della funzionalità dei reni.

L’alterazione di uno di questi parametri può essere un segnale di problemi ai reni.

Calcolare la gravidanza: come farlo con una malattia renale

La prima cosa da fare è rivolgersi ad un centro specialistico multidisciplinare, che permetta di avere contatti con un’equipe di ginecologi e nefrologi.

Qui verranno effettuati i controlli di routine tra i quali i già citati esame delle urine, della pressione e del sangue, con una cadenza periodica, di solito mensile, ma variabile anche a seconda del rischio.

Quali sono le complicanze più frequenti in gravidanza in una donna che ha un’insufficienza renale cronica?

I problemi più frequenti generati dalla presenza delle malattie dei reni durante la gravidanza sono il parto prematuro, la necessità una terapia intensiva neonatale e lo sviluppo da parte della mamma di ipertensione gestazionale.

I rischi sono maggiori negli stadi più avanzati della malattia ?

Da studi anche recenti è emerso come effettivamente il rischio di complicanze aumenti con l’avanzare dei sintomi di malattia renale.

Anche da uno studio italiano effettuato da un team di ricercatori di Cagliari e Torino emerge che anche una forma lieve di nefropatia può aumentare gli eventi avversi materno-fetali in corso di gravidanza.

Il rischio non è comunque legato solo alla funzionalità renale, ma anche alla presenza prima della gravidanza di ipertensione arteriosa e proteinuria.

La gravidanza può peggiorare la malattia renale preesistente?

E’ possibile che ci sia un ulteriore peggioramento della patologia, ma non in tutti i casi. Di solito non avviene se la nefropatia cronica è lieve.

Il rischio può aumentare del 40% solo negli stadi avanzati o se non si effettuano le dovute modifiche dei farmaci utilizzati dalla gravida.

Molti farmaci possono avere un effetto tossico sul bambino. Per questo la terapia va attentamente modulata prima di intraprendere una gravidanza.

Alcuni farmaci che vanno assolutamente controllati sono gli Ace-inibitori e gli inibitori del recettore dell’angiotensina, perché hanno un effetto così detto tetrageno, cioè che può provocare uno sviluppo anomalo dell’embrione.

E se si effettua la dialisi?

Nonostante esistano casi di donne in cinta riuscite a portare a termine il proprio percorso, la gravidanza in pazienti con insufficienza renale cronica avanza, sottoposte a trattamento dialitico, rappresenta ancora un’eccezione e i rischi restano molto aumentati.

La speranza maggiore e più sicura la si può trovare nel trapianto.

Il calcolo della gravidanza post-trapianto può essere fatto dopo un anno dall’intervento. Prima i rischi sono ancora troppo elevati.

bambino appena nato fondazione italiana del rene gravidanza

Si può scegliere negli anni successivi di entrare in gravidanza sempre facendo conto sull’aiuto del nefrologo che necessariamente, in questo caso dovrà modificare i farmaci immuno-soppressori.

Alcuni di questi infatti sono pericolosi per il nuovo bambino.

Ad ogni modo, in questi casi si continua a parlare di gravidanza a rischio, allo stesso livello delle pazienti diabetiche, cardiopatiche o con problemi ginecologici di altra tipologia.

Un team multidisciplinare e controlli frequenti potranno comunque aiutare molto la donna: a preservare il nuovo organo trapiantato ma anche ad intraprendere un percorso capace di riportare parte della normalità nella vita della persona.

Articolo e contenuti a cura di Pasquale Esposito e Marta Calatroni
U.O. Nefrologia, Dialisi e Trapianto / Fondazione IRCCS Policlinico “San Matteo” di Pavia

Adattamento per il web a cura di Maria Rinaldi Miliani