I provvedimenti sono pochi e semplici.

Innanzitutto bisogna eseguire un esame delle urine fresche (per evitare le alterazioni causate dalla fermentazione). La maggior parte delle malattie renali causa alterazioni urinarie, con presenza di:

  • sangue, per lo più non evidente ad occhio nudo, ma solo all’esame chimico (emoglobina) e microscopico (microemturia)
  • albumina (albuminuria) isolata, o associata ad altre proteine del sangue (proteinuria)
  • globuli bianchi, segno di infiammazione del rene o delle vie urinarie, spesso, ma non sempre, di origine infettiva
  • altri elementi, come i cosiddetti cilindri, che sono degli “stampi” di proteine, cellule o detriti cellulari, precipitati nel lume dei tubuli e poi mobilizzati dal flusso delle urine.

Un caso a parte è quello delle cellule tumorali che possono essere messe in evidenza dal cosiddetto esame citologico urinario.

Albumina, sangue e globuli bianchi in quantità anormale possono essere ricercati facilmente con l’immersione nelle urine di una striscia reattiva. E’ questo metodo di ricerca, sicuro e rapido, che viene adottato nello screening delle malattie renali. In caso di anormalità l’esame sarà integrato da quello microscopico del sedimento urinario.

Nei laboratori più moderni si stanno ora diffondendo attrezzature automatiche molto affidabili e rapide, che consentono di abbinare l’esame chimico a quello del sedimento urinario.

Come sempre accade in medicina, non mancano eccezioni alla regola malattie renali = alterazioni urinarie. L’eccezione più comune è quella della nefroangiosclerosi e di alcune malattie ereditarie, almeno in fase iniziale, come ad esempio i reni policistici, che possono esser presenti senza che vi siamo alterazioni urinarie ben evidenti.

Bisogna inoltre tener presente che, nel corso della loro progressione verso un’insufficienza renale sempre più grave, le malattie renali croniche causano molto spesso un’ipertensione arteriosa.

A sua volta, un danno renale può essere causato da un’ipertensione arteriosa inizialmente non legata a una nefropatia (la condizione di gran lunga più comune è quella della cosiddetta ipertensione arteriosa essenziale).

La misurazione della pressione arteriosa è quindi un altro passo importante per scoprire per tempo una nefropatia e, spesso, per prevenirla.

Un semplice esame delle urine e un controllo della pressione arteriosa dunque consentono di sospettare l’esistenza di una malattia renale, ma purtroppo la normalità dei risultati non basta ad escluderla in modo categorico.

Per questo motivo è necessario identificare le persone a rischio di sviluppare una nefropatia per sottoporle a indagini più approfondite.

Rilevare la presenza di una condizione di rischio di sviluppare una nefropatia, e non raramente se ne ritrovano associate più di una, è comunque molto importante se si vuol prevenire l’insorgenza del danno renale.

Scarica il PDF

.