Leggendo le comuni analisi del sangue e delle urine è facile imbattersi in un parametro molto utile nella valutazione della salute renale: la creatinina, sierica o urinaria.

Anche in ambito sportivo spesso si sente parlare di questa sostanza, ma il significato è un po’ diverso, e anche l’uso che se ne fa.

Molte sono le convinzioni errate o le imprecisioni che ruotano attorno a questa “sostanza”.

Ecco perché i nostri esperti hanno creato un articolo per capire davvero cos’è la creatinina e perché è così importante per prevenire le malattie renali e monitorarne l’andamento.

Cos’è la creatinina?

La creatinina è parametro ematochimico utilizzato dal nefrologo per stimare la funzione renale.

Essa nasce nel muscolo, sotto forma di creatina che è una proteina dei muscoli scheletrici ed è fondamentale per i processi che portano al movimento e alla contrazione muscolare.

La sua funzione principale è di immagazzinare energia nel muscolo.

La creatina, dopo la sua degradazione, diventa creatinina e, grazie al percorso ematico (nel sangue) e ai processi di eliminazione renale, consente di identificare la capacità di depurazione del rene.

Dopo la degradazione della creatina, la creatinina si riversa nel sangue, viene filtrata dal glomerulo, secreta in maniera trascurabile dal tubulo renale ed escreta nelle urine.

A cosa serve il dosaggio della creatinina?

La creatinina è usata per stimare la funzione renale poiché viene liberamente filtrata nel glomerulo ed rilasciata nelle urine (con solo minime alterazioni dovute a riassorbimento e/o secrezione).

Quindi può’ essere usata come indicatore della funzione renale.

Il suo dosaggio sierico (nel siero) indica quindi la quota di creatinina che persiste nel sangue dopo depurazione ematica renale.

Valori normali sono generalmente compresi tra 0,8 e 1,2 mg/dl. Valori superiori indicano, a grandi linee, che il rene non è stato in grado di depurare adeguatamente il sangue dalla creatinina.

Utilizzando la creatininemia come indicatore di depurazione renale generale (anche detto marker di depurazione renale), possiamo capire che se la creatinina è aumentata, per contro si è ridotta la capacità di depurazione del sangue effettuata dal rene, cioè il rene presenta un certo grado di insufficienza renale (“insufficienza” nello smaltire sostanze presenti nel sangue).

Valori elevati di creatinina, come vedremo poi,  possono essere osservati anche negli atleti che effettuano elevati sforzi fisici o nei bodybuilder che assumono creatina e/o che hanno un elevato turnover dei muscoli che, come detto, rilasciano poi creatinina.

Riassumendo, il dosaggio della creatinina sierica (creatininemia) e di quella nelle urine (creatininuria) vengono utilizzati, insieme ad altri parametri ematochimici, come indice di funzione renale.

Vantaggi del dosaggio della creatinina nella pratica clinica

La creatinina è una sostanza facilmente dosabile nel sangue per cui può essere inserita nello spettro delle analisi del sangue (ematochimiche) di routine, con costi contenuti.

E’ un parametro facilmente leggibile anche da una persona non esperta: valori > 1,2 mg/dl indicano un certo grado di compromissione renale.

Ma valori normali non sono garanzia di funzione renale ottimale. Per questo si deve ricorrere a formule che diano una stima della funzione renale.

Svantaggi del dosaggio della creatinina nella pratica clinica

La creatinina è un marcatore di funzione renale non completamente attendibile perché la quota di creatinina ematica non è un marcatore “fedele al 100%” della capacità di depurazione dei reni.

Una quota di creatinina presente nel sangue deriva, infatti, da un processo di secrezione tubulare.

Cioè si “aggiunge” alla creatinina già filtrata nel glomerulo renale anche quando la sua eliminazione renale è regolare.

Il parametro ideale cui fare riferimento per stimare la capacità di filtrazione renale ( capacità emuntoria) sarebbe, invece, una sostanza diversa, che, una volta giunta al rene, viene prima filtrata e poi escreta, senza essere rimaneggiata dal tubulo.

Come detto, la creatinina deriva dal muscolo per cui il valore ematico della creatinina risente della costituzione e del metabolismo di un individuo.

La creatinina può perciò avere:

  • valori maggiori a quelli normali in individui con buona distribuzione corporea delle masse muscolari (per esempio i bodybuilder) pur in presenza di normale funzione renale,
  • valori inferiori al range di normalità in individui con masse muscolari ipotrofiche e/o ipotoniche (per esempio negli anziani, allettati, etc.), semplicisticamente in persone con poca massa muscolare, pur in presenza di funzione renale normale.

Anche valori di creatininemia normali in persone con ridotta massa muscolare possono indicare una condizione di insufficienza renale.

Come si diagnostica l’insufficienza renale?

La funzione renale può essere valutata in molti modi, e la creatinina è essenziale nella maggior parte delle metodologie. Ecco le principali.

1. Il filtrato glomerulare e il grado di funzione renale

5 stadi di insufficienza renale - creatinina filtrato glomerulareLa funzione renale si esprime in valori di filtrato glomerulare equivalente alla clearance della creatinina, per gli scopi di questo articolo.

I valori si distribuiscono in 5 classi, dalla più alta dove la funzione renale è compromessa, alla più bassa.

Per una valutazione del rischio di progressione e di complicazioni invece si ricorre all’uso del dosaggio della albuminuria. Tratteremo questo aspetto in un altro articolo.

Prima di procedere può essere utile anche guardare questo video di approfondimento sulla valutazione della funzione renale e la così detta velocità di filtrazione glomerulare (VFG).

Per poter ottenere un valore di VFG, e quindi saper il proprio grado di funzione renale, è possibile:

  1. stimare la filtrazione glomerulare sulla base della creatininemia, dell’età, del sesso e dell’etnia dell’individuo, o anche in alcuni casi aggiungere il peso.
  2. dosare la creatinina plasmatica ed urinaria, per quantificarne l’eliminazione renale, in modo da calcolare la funzione renale (clearance).

2. Stima della funzione renale

Le formule permettono di stimare la funzione renale, ma a volte possono non essere precise nell’individuare, nel soggetto specifico, la reale condizione dei reni.

Ciò perché le formule, pur essendo state studiate per popolazioni specifiche di medesima età, sesso e etnia, alle volte non sono adatte al singolo caso.

Aiutano a sospettare la presenza di un problema, ma se si vuole misurare precisamente la funzione renale è necessario ricorrere alla clearance della creatinina, che in italiano significa depurazione renale della creatinina.

La famosa formula di Cockcroft – Gault stima la funzione renale sulla base di età, sesso e peso del paziente.

Tale formula non viene più utilizzata nella pratica clinica perché le età estreme della vita e individui con peso corporeo aumentato per obesità o per eccessiva distribuzione delle masse muscolari presentavano valori di filtrazione glomerulare inesatti in difetto e, rispettivamente, in eccesso.

La formula MDRD stima la funzione glomerulare sulla base di sesso, età ed etnia.

Risulta affidabile per valori di insufficienza renale conclamata (la stima del filtrato combacia con la reale disfunzione renale), mentre risulta meno affidabile nella stima del GFR in individui sopra i 65 anni e sani.

La formula CKD – EPI stima anch’essa il filtrato glomerulare sulla base di sesso, età ed etnia.

E’ più affidabile nella stima del GFR per valori di funzione renale normale – alta e per popolazioni più anziane.

Cosa fondamentale perché tali formule siano affidabili, è che la creatinina sia dosata grazie ad una speciale calibrazione (vedi voce bibliografica [1] in fondo a questo articolo e  link – per esperti).

Le formule in ogni caso, NON sono applicabili nelle donne in gravidanza, nei soggetti defedati e/o affetti da patologie multiple.

3. Misura della funzione renale. Clearance della creatinina (ClCr)

Per poter valutare esattamente la funzione renale in un individuo si può ricorrere alla misura e non alla stima della funzione renale.

L’eliminazione da parte del rene di una sostanza presente nel sangue può essere calcolata moltiplicando la concentrazione ematica della sostanza con il volume urinario e dividendo questo valore per la concentrazione urinaria della sostanza medesima.

La depurazione renale della creatinina deriva, quindi da:

creatinina X volume urinario 24 ore*

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creatininuria

*Il volume urinario va diviso per 1444 per ottenere il risultato in ml/min.

Vantaggi del dosaggio della clearance della creatinina 

La clearance della creatinina è un parametro abbastanza fedele dello “stress” a cui sono sottoposti i glomeruli.

Ciò perché in presenza di condizioni cliniche che portano il rene ad un aumento della sua funzione di filtrazione (per esempio ipertensione, diabete, gravidanza) la clearance della creatinina aumenta (il rene iperfiltra).

In altri termini, più i glomeruli renali lavorano più la clearance della creatinina aumenta.

Inoltre, contrariamente alle formule, la ClCr misura molto precisamente la funzione renale anche nel caso di persone molto esili ed anziane in cui la massa muscolare si riduce e produce meno creatinina.

Questa condizione fisica genera falsi valori normali o bassi di creatinina che la clearance misurata però è in grado di vedere.

Vengono evidenziate imprecisioni solo se ci sono errori nella raccolta delle urine delle 24 ore.

Svantaggi del dosaggio della clearance della creatinina 

La clearance della creatinina consiste nel dosaggio della creatinina eliminata nelle urine nelle 24 ore.

A volte possono verificarsi proprio errori di raccolta, dovuti al fatto che il paziente non raccoglie tutte le urine emesse nelle 24 ore (ma è sufficiente seguire alcune istruzioni per non incorrere in alcun problema: delle istruzioni di esempio sono reperibili qui ).

Se comunque vi sono errori nella raccolta, la Clcr risulta ridotta, ma il dato è falso.

Altro svantaggio è il fatto che la clearance della creatinina equivale alla depurazione di una sostanza che viene liberamente filtrata anche se secreta, seppure in maniera trascurabile e non clinicamente rilevante.

In più, nelle ultime fasi della Insufficienza renale la creatinina urinaria potrebbe avere delle piccole alterazioni.

In queste fasi è necessario ancora di più che la valutazione venga fatta sempre da sanitari esperti come il nefrologo.


Autori:

Redazione per il web:


[1] se il laboratorio utilizza un metodo calibrato sullo standard IDMS vanno applicate le formule MDRD175 e CKD-Epi; mentre se il laboratorio utilizza un metodo non-IDMS calibrato va  utilizzata la formula MDRD186 (per informazioni dettagliate vedi GIN 26:4-6, 2009.).