Le apparecchiature elettromedicali per emodialisi devono essere efficienti e disponibili 24 ore su 24 ore tutti i giorni dell’anno. Affinché questo avvenga è indispensabile che siano sottoposte regolarmente dalla azienda che le produce a manutenzione ordinaria e straordinaria, e questo vale sia per quelle collocate nelle sale dialisi per i trattamenti quotidiani che per quelle tenute a disposizione per essere impiegate nelle terapie intensive o in sostituzione di una guasta. Inoltre, dopo un intervento di manutenzione correttiva eseguito su una apparecchiatura guasta, questa deve essere sottoposta, a seconda dei casi, a verifica della sicurezza elettrica prima della sua messa in attività. Il tecnico di emodialisi, ove presente, collabora con le aziende per la  pianificazione dello svolgimento di queste attività fondamentali per la sicurezza del paziente.

 

Purezza microbiologica

Un altro aspetto fondamentale, sempre nello specifico della sicurezza del paziente, è quello relativo alla purezza microbiologica del liquido di dialisi prodotto dalle apparecchiature. Al termine del trattamento dialitico l’Infermiere di sala imposta su ogni apparecchiatura un programma automatico di disinfezione del circuito idraulico interno; per quanto riguarda le apparecchiature tenute a disposizione, quelle quindi che non sono utilizzate quotidianamente per fare emodialisi, è indispensabile che anch’esse siano sottoposte ciclicamente al programma di disinfezione del loro circuito idraulico per garantire anche nei periodi di non utilizzo in sala dialisi l’integrità microbiologica del loro compartimento idraulico. In più i monitor per emodialisi necessitano a cadenza regolare della sostituzione dei cosiddetti ultrafiltri, membrane in genere di polisulfone o poliammide, che hanno il compito di abbattere la concentrazione batterica ed endotossinica della soluzione dializzante prima che questa arrivi al dializzatore, consentendo di ottenere un dialisato ultrapuro quindi insomma sicuro.

 

Il ruolo del Tecnico di emodialisi

Il Tecnico di emodialisi, ove presente, provvede quotidianamente alla sorveglianza delle condizioni ottimali delle apparecchiature di scorta, eseguendo nell’apposito locale le disinfezioni quotidiane e provvedendo alla sostituzione degli ultrafiltri con sufficiente anticipo sulla loro scadenza. Questo garantisce di avere sempre a disposizione un monitor pronto all’utilizzo in sicurezza. Va da sé che in assenza del Tecnico di emodialisi il lavoro esposto dovrà essere eseguito da un Infermiere che deve abbandonare l’attività di conduzione delle emodialisi e di assistenza sanitaria al paziente.

 

L’apparecchiatura per emodialisi produce  il liquido di dialisi miscelando opportunamente dei concentrati di sali con l’acqua erogata alle varie postazioni in sala dialisi da un impianto di biosmosi inversa. Tale impianto è classificato come dispositivo medico e produce acqua ad uso medicale che deve rientrare nei limiti previsti dalla Farmacopea. I vari stadi che compongono il complesso impianto di biosmosi inversa necessitano di rabbocchi di prodotti necessari al suo buon funzionamento e di specifici controlli che devono rientrare, per ciascun parametro considerato, nei limiti imposti. Il Tecnico di emodialisi, ove presente, esegue quotidianamente i rabbocchi e i controlli (i quali andrebbero altrimenti svolti da un Infermiere che, come già detto, dovrebbe per questo sospendere l’assistenza al paziente) a garanzia del buon funzionamento dei vari stadi dell’impianto di produzione acqua e soprattutto della sicurezza dei pazienti; a tal proposito, solo un accenno alla fase di addolcimento che se non funzionante provocherebbe danni alle membrane della biosmosi e soprattutto al processo di declorazione che se inefficace causerebbe gravissime conseguenze di carattere clinico ai pazienti sottoposti a emodialisi.

Ma anche nelle rianimazioni e nelle terapie intensive (e non dimentichiamo l’esperienza nelle singole stanze dei reparti dedicati ai pazienti nefropatici positivi al virus COVID-19) è necessario eseguire i trattamenti di depurazione renale sostitutiva ai pazienti che ne necessitano; non avendo a disposizione in quei luoghi l’acqua prodotta dall’impianto di biosmosi precedentemente menzionato, si deve utilizzare quella prodotta da singole unità di osmosi portatili, le quali richiedono a intervalli regolari appositi interventi da parte di personale qualificato; anche qui il Tecnico di emodialisi ove presente se ne fa carico, mantenendole sicure e sempre efficienti sotto ogni aspetto.

 

Una accurata programmazione ed esecuzione di prelievi colturali delle acque e dei liquidi di dialisi da inviarsi in laboratorio per l’analisi microbiologica e per l’individuazione di presenza di endotossine è a corredo della sicurezza del paziente: ove presente il tecnico di Emodialisi se ne fa carico in prima persona o in sinergia col soggetto incaricato; le positività riscontrate che superano i valori di riferimento ammessi richiedono immediatamente azioni mirate di disinfezione (e successiva verifica del suo buon fine) delle quali il tecnico di Emodialisi, ove presente, si fa carico in prima persona o in sinergia col soggetto incaricato.

 

In conclusione

Uno degli aspetti basilari per la sicurezza dei pazienti in emodialisi dovrebbe essere la presenza continua del Tecnico di emodialisi, figura professionale che risponde della correttezza e della gestione continua del fascicolo tecnico del parco macchine dell’emodialisi.

 

Testo a cura di Francesco Ragusa – segretario Ante e tecnico di emodialisi